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Parthenope prima di Neapolis
Comune di Napoli / ANM

demo mini sito (QR code)

Parthenope
prima di Neapolis

Parthenope, Monte Echia, Pizzofalcone, Monte di Dio, tanti toponimi che descrivono un luogo stratificato, iconico, riconoscibile nella sua identità consolidata.

Il progetto vuole valorizzare il sito, farlo conoscere, mettere in evidenza il lavoro che le tante istituzioni che vi risiedono svolgono, incuriosire i cittadini ed i turisti, indurli a scoprire il primo nucleo di Napoli, non ha caso “città partenopea”.

La mostra offre tanti ed immediati spunti conoscitivi oltre all’accesso alle informazioni disponibile attraverso i QRCode.


Scuola Militare Nunziatella

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli

UNINA - CIRICE Centro Interdipartimentale di Ricerca sull'Iconografia della Città Europea

UNINA Università degli Studi di Napoli "Federico II"

Università degli Studi di Napoli "Parthenope"


Progetto Grandi Città

ABC Acqua Bene Comune

ANM Azienda Napoletana Mobilità

Archivio di Stato di Napoli

Comune di Napoli

Euploia

FAI Fondo per l’Ambiente Italiano

MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Polizia di Stato - Caserma Nino Bixio

Polo delle Arti Caselli Palizzi


Parthenope: la sirena e l’insediamento greco

Dalla fine dell’VIII secolo a.C. sul promontorio di Pizzofalcone sorge un insediamento greco. Il suo nome, Parthenope, deriva da una delle sirene, creature metà donna e metà uccello che con il loro canto ammaliavano i naviganti conducendoli al naufragio.

Secondo il mito, dopo essere state superate dall’ingegno di Ulisse le sirene si tolsero la vita gettandosi in mare. Il corpo di Parthenope fu portato dalle onde nel luogo in cui sorse l’insediamento omonimo, di cui la sirena divenne divinità protettrice.

La principale testimonianza archeologica di Parthenope è rappresentata dalle necropoli di via Nicotera, le cui prime sepolture si datano intorno alla metà del VII secolo a.C.

In viaggio nello scorrere dei secoli

Grandi Città è un progetto di studio e ricerca nel campo della ricostruzione storica che si propone, attraverso la guida di esperti del settore, di avvicinare il pubblico alla storia con ipotesi ricostruttive accurate e coinvolgenti.

L’area tra il Monte Echia e l’isolotto di Megaride è ampiamente accettato che sia stata un punto d’incontro cruciale per diverse popolazioni. Queste, sfruttando le condizioni uniche del luogo, hanno dato vita a un insediamento con una presenza umana ininterrotta per oltre tremila anni.

Pizzofalcone nella cartografia e nell’iconografia storica

La cartografia e l’iconografia storica relative all’area di Pizzofalcone descrivono le trasformazioni che ha subito la collina a partire dagli inizi dell’età moderna, prima esterna alla città di Napoli, ed entrata all’interno del circuito murario solo nel XVI secolo grazie all’intervento urbanistico di Don Pedro de Toledo. 

I bastioni, persa la loro funzione di difesa nel Settecento, sono oggi scomparsi a seguito della colmata a mare degli anni ’70 del XIX secolo, che ha determinato la nascita di via Partenope. I nuovi lotti edificabili sono divenuti hotel di lusso per turisti italiani e stranieri e ancora oggi il Monte Echia col territorio circostante è uno dei luoghi più rappresentativi della città di Napoli.

Nel mondo di sotto

Sotto Monte Echia vi sono caverne, cunicoli, pozzi, infrastrutture idriche, fognarie e trasportistiche realizzate «per forza di levare» tra cui la più antica fognatura, la Cloaca Massima, costruita al tempo di don Pedro de Toledo (XVI sec). 

Dalla Pignasecca lungo via Toledo, raggiunge piazza del Plebiscito e sottopassa Pizzofalcone fino a via Partenope in corrispondenza dell’arco borbonico. Oggi le sue acque  sono convogliate nell’impianto di sollevamento e inviate all’impianto di depurazione di Cuma. 

ABC ha avviato un radicale programma di manutenzione e monitoraggio della rete fognaria cittadina, al centro del progetto la messa in sicurezza e la bonifica della Cloaca Massima.

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paolo altieri
creative director
paolo.altieri@altieriassociati.com
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